la New Wave


 
La new wave è il movimento che ha traghettato la musica rock dalla ricchezza policroma del progressive e la furia iconoclasta del punk, fino all’ universo dei suoni e degli umori odierni.
Il punk, compiendo una sintesi rozza ma estremamente affascinante aveva azzerato tutto. Si fece quindi strada l’esigenza di ricostruzione, che anche grazie ai passi da gigante dell’elettronica, potè compiersi attraverso una sensibilità e un gusto nuovi rispetto al passato.

decibel, 1979
L’insuccesso di “Punk” smorzò l’entusiasmo dei tre “ex-Trifoglio” che presero altre strade, ma non intaccò quello di Enrico Ruggeri.
La prima cosa che fece Enrico Ruggeri fu di ricontattare Silvio Capeccia chiedendogli di ritornare nel gruppo. Poi insieme iniziarono a pianificare la nuova formazione.
Ricorda Fulvio Muzio: ”il 1979 era iniziato alla grande per me: ero reduce da un concerto al Carducci in cui ero finalmente riuscito a far apprezzare il mio “progressive” strumentale, e poi avevo trascorso un memorabile capodanno a Parigi con Elsa, la mia fidanzata di allora. Un pomeriggio in cui avevo iniziato a preparare un esame suonò il campanello e si presentarono Silvio e Enrico che non vedevo da almeno un anno, quando avevo fatto da mediatore per l’acquisto di un synth. Preparai un drink e ascoltai la loro proposta di entrare nei Decibel come chitarrista. Alla mia obiezione che ormai da anni mi dedicavo alle tastiere, fecero spallucce. Quella sera misi via il libro di testo, tirai fuori dall’armadio la chitarra elettrica e iniziai a studiare il repertorio della mia nuova band”.
decibel, 1979
La scelta del batterista cadde su Tommy Mianazzi, un rockettaro quindicenne con un look a metà strada tra Rod Stewart e Nino D’Angelo. Era un vero “ragazzo di strada”, e che ci sapeva fare con il suo strumento, nonostante l’età.
Per completare la formazione mancava ancora un bassista. Fulvio Muzio amputò un altro pezzo della sua band, “il Vortice” portando nei Decibel il suo bassista Mino Riboni, detto “Ribons”. Era un ragazzo di diciassette anni silenzioso e introverso come spesso sono i veri rockettari. Suonava il basso in modo preciso, senza fronzoli.
Decibel - Silvio Capeccia - Fulvio Muzio - Enrico Ruggeri
I Decibel firmarono un nuovo contratto con la Spaghetti Records il 24 gennaio 1979 e dopo un paio di settimane di prove entrarono in sala di incisione per realizzare il primo 45 giri del gruppo, “Indigestione Disko” che aveva sul retro “Mano Armata”. In queste due canzoni la connotazione punk era ancora predominante, ma allo stesso tempo era chiaro che rispetto al passato i sintetizzatori martellanti di Silvio Capeccia e gli interventi di chitarra più ricercati di Fulvio Muzio stavano traghettando il sound del gruppo verso qualcosa di diverso, di più raffinato. Anche questa volta il disco fu realizzato agli “Stone Castle Studios”, con la produzione artistica di Shel Shapiro. Durante la promozione del disco i Decibel consolidarono la loro fama di “ragazzacci” finendo spesso nei guai con i gestori dei locali e con il pubblico. Regolarmente le zuffe con i buttafuori dei locali finivano con l’espulsione dei Decibel che venivano scaraventati fuori dal locale anzitempo, dato che nessuno di loro aveva il fisico per contrastare gli energumeni dei servizi d’ordine. Ricordano i Decibel: “Soprattutto nell’area di Milano crebbe la leggenda che eravamo dei tipi pericolosi, e noi facevamo del nostro meglio per alimentare questa credenza”. Una volta in loro onore venne organizzato un happening esclusivo da gente dell’editoria porno e del mondo della moda. Venne chiamato “Sex Punk Party”, si svolse in un locale del centro di Milano davanti a un pubblico di vip, e la trovata consistette nel proiettare ininterrottamente video “hard-core” sulle magliette dei Decibel intenti a suonare. Se il lato esteriore dei Decibel non si discostava ancora un granché dai cliché punk, il lato musicale era un altra cosa. Dalla collaborazione di Ruggeri e Capeccia stavano nascendo brani intriganti in cui i suoni sintetici ben si adattavano ai nuovi testi graffianti, o in cui la componente melodica aveva il sopravvento, come in “Vivo da Re” . Fulvio Muzio scelse una strada peculiare lasciandosi ispirare dal cabaret tedesco degli anni venti e dal suo massimo esponente, Kurt Weill, di cui era un estimatore. Compose così la musica di un brano destinato a segnare la storia del gruppo e non solo, e a cui Enrico Ruggeri pochi giorni dopo mise il testo e il titolo di “Contessa”.


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