Contessa


 
Decibel - Silvio Capeccia - Fulvio Muzio - Enrico Ruggeri
La musica di “Contessa” fu composta da Fulvio Muzio nell’estate del 1979, dopo una notte e un giorno trascorsi nel tentativo di scrivere qualcosa di inconsueto da inserire nell’album “Vivo da re”.
“Contessa” comincia con una successione di accordi maggiori, scanditi con una ripetitività meccanica e marziale che introduce e si prolunga nella strofa, a cui segue una inaspettata scala discendente in semitoni che conduce dalla sconsolata inquietudine del re minore a un rabbioso la maggiore. A pochi secondi dal termine la canzone vira bruscamente in un caleidoscopico ¾ che nell’incisione originale è scandito da un “count-down” di dieci cifre in un francese impercettibile.

Circa questo brano si possono citare diverse curiosità:
  1. La canzone fu fatta ascoltare per la prima volta a Shel Shapiro in una basilica sconsacrata di Milano che fungeva da sala di incisione , e ciò avvenne durante un intervallo di registrazione di un album di Mina. Il brano fu eseguito su due pianoforti acustici suonati rispettivamente da Muzio e Capeccia, e Shapiro ne restò tanto colpito che in seguito citò spesso l’emozione provata in quell’occasione.
  2. Durante le prove di “Contessa” alla serata finale del festival di Sanremo, i Decibel furono raggiunti dal leggendario tastierista Keith Emerson degli Emerson Lake and Palmer che si congratulò per il brano con le seguenti parole: “Very nice, very unusual”.
  3. Per “addetti ai lavori”: la struttura delle strofe è composta di due parti di uguale durata , la prima più melodica e la seconda più ritmica perché formata da otto coppie di ottavi. Benché fosse indifferente stabilire quale delle due parti fosse quella da cantare e quale da suonare Muzio pensava che Ruggeri avrebbe utilizzato per il testo la seconda parte più ritmica e dura, dato lo stile del gruppo. A sorpresa Ruggeri scelse invece di cantare la parte più melodica.
  4. Per “addetti ai lavori”: spesso l’introduzione e le strofe di Contessa vengono suonate con una sequenza di accordi sbagliati, e cioè iniziando con un re minore al posto di un re maggiore. La sequenza giusta (suonata nella versione originale del 1980) è: re maggiore, fa maggiore, si bemolle maggiore, la maggiore!



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